OCCHIO ARTISTICO (la Rubrica) di Bianca Maria Scarinci
Qualche giorno fa il mio “occhio
artistico” è rimasto piacevolmente colpito dal titolo di un link (che
preannunciava un articolo di giornale), tramite Facebook, piuttosto esplicativo
“Taranto città d’arte” e a seguire, sempre con la stessa modalità, un secondo
articolo, (toh! le coincidenze) “Massafra, città d’arte”. Non vi nascondo che
la cosa mi ha colpito e stupito per ben due volte.
Il riconoscimento alla città di
Taranto, spesso e volentieri additata da una serie di insulti e cattiverie (e
molto altro) mi ha sorpreso, per certo favorevolmente, confermando che la città
merita e che bisognerebbe approfondirne la conoscenza per poterla apprezzare e
salvaguardare.
Taranto è una città con uno dei più
importanti musei archeologici in Europa, ha una storia che fa invidia a poche
realtà, ha tanti e notevoli luoghi artistici, storici che non conosce eguali e
quindi merita l’appellativo di “Città d’arte”. Di certo non posso dire lo
stesso di Massafra.
Ma andiamo per ordine. Cos’è una città
d’arte?
Le Città d'arte sono quelle che riconoscono
l'arte come un elemento centrale della loro identità culturale. Le città d'arte
generano una buona parte della loro economia, la loro esistenza e il loro
turismo per creare una cultura delle arti. Per definizione, un numero elevato
di cittadini in queste città sono coinvolti nel campo delle arti.
Le città
d'arte hanno almeno dieci motivi primari che le definiscono.
Questi includono una zona di densità
artistica considerata il centro della città, che contempla molteplici gallerie
d'arte, che ospitano anche passeggiate d'arte; laboratori artigianali che
utilizzano materiali locali; teatri e strutture per il teatro, formazione delle
arti folcloristiche e strutture espositive; caffetterie con oggetti d'arte
prodotti localmente; almeno da tre a cinque cooperative artistiche; edifici
storici che hanno subito un adeguato rinnovamento e hanno mantenuto il loro carattere
con un'interpretazione storica; almeno due o tre uffici di fondazione di arti;
un consiglio artistico che lavora con urbanisti e con il consiglio comunale;
lezioni quotidiane nelle arti che coinvolgono molti cittadini, e formano
studenti e turisti per seminari.
Tipicamente queste città hanno anche
un rapporto di un museo per 2000 cittadini.
In alcune nazioni le città d'arte
ricevono una designazione ufficiale dalle autorità culturali nazionali.
Il riconoscimento nazionale è
sicuramente un fattore positivo, ma a mio avviso non sufficiente.
Ogni singolo cittadino deve essere
protagonista della propria realtà, deve conoscere ciò che lo circonda, deve
sentirsi responsabile della crescita del proprio territorio e tutelarlo.
Per le vie centrali della città devono
esistere botteghe, negozi, case di artisti aperte sempre per animare la cultura
dell’arte. Le peculiarità artistiche che sempre hanno caratterizzato il
territorio tarantino, come ad esempio la cartapesta e la ceramica, devono
essere ben distinte. Un turista o semplice curioso deve sempre aver accesso a
questo tipo di realtà affinché si possa tramandare il “messaggio di bellezza” al
prossimo.
Tutto questo mi pare non esserci a Taranto e tantomeno a Massafra.
Mi chiedo a cosa questo riconoscimento
porterà; cosa può la classe politica o chi ha suggerito questa mossa, “Città
d’arte”, aver immaginato, candidando Massafra, se neanche conosce chi davvero
vive di arte tutti i giorni? chi ogni giorno si sforza, con bei risultati, di
diffondere il bel messaggio dell’arte, facendola nelle proprie botteghe.
Questo
messaggio vuole essere semplicemente uno spunto di riflessione e di confronto
costruttivo. Mi rendo conto che non è semplice, ma sono convinta che conoscendo
la storia di ogni singolo artista, oltre a scoprire un mondo colorato e
allegro, sarete più motivati a vivere bene la nostra città e a difendere a
denti stretti ciò che di bello abbiamo.
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